Uno straniero fra noi...
Sembrava una giornata qualunque, invece ...all'improvviso qualcuno ha bussato alla porta e sono entrati due curiosi personaggi!
Lo scorso mercoledì 11 novembre eravamo intenti al nostro lavoro di gruppo, quando qualcuno ha bussato alla porta. E entrato un ragazzo corpulento, Lorenzo, ci ha parlato di uno strano viaggio nel tempo, di un certo Miguel de Cervantes, catapultato qui nel nostro secolo, direttamente dal 1600!!!
Ci aspettavamo di vedere trini e corpetti, invece il ragazzo ci ha detto che ha prestato a Cervantes un vestito moderno per mantenere l'anonimato.
Appena entrato cervantes sembrava un pò stralunato, si guardava intorno e non capiva dove fosse, poi ci ha letto e racconatato un pò di sè e di un suo libro "Don Chisciotte della Mancia". Ecco come sono andate le cose:
<<LORENZO: buongiorno ragazzi, sono qui per
presentarvi, direttamente dal XVI secolo uno dei più importanti scrittori della
storia della letteratura. Sto parlando del grandissimo Miguel de Cervantes. Lo abbiamo portato qui con una
macchina del tempo, Gli abbiamo anche dovuto trovare un vestito adatto...
questo lo ha disorientato un po'. Non fateci caso se vi guarderà in modo
strano... viene da un'altra epoca e non è abituato a quello che ci è intorno e
per noi è normale. Comunque verrà a presentarci un suo romanzo: Don Chisciotte
della Mancia scritto nel 1605. ecco a voi Miguel de
Cervantes
CERVANTES: buongiorno
LORENZO: è un grande piacere averla qui con noi, prego si
sieda. Questi sono i ragazzi della 5B della scuola elementare Mazzoni di Sant'Elpidio
a Mare
CERVANTES: piacere di conoscervi
LORENZO: ci parli un po' della sua vita
CERVANTES:
sono nato nel 1547 ad Alcalá de Henares da una famiglia modesta; figlio di
Rodrigo e di Leonor de Cortinas, sono il quarto di sette figli. La mia famiglia
è costretta a viaggiare, a causa degli scarsi guadagni di mio padre, finché nel
1568 egli mi stabilisco a Madrid dove frequento il collegio "El
Estudio". Poi sono stato per molto tempo in Italia: nel Ducato di Atri in Abruzzo, a Messina dove
sono stato ricoverato dopo aver perso l uso del braccio nella battaglia di
Lepanto del 1571
LORENZO: e non è finita immagino...
CERVANTES: riparto da Napoli per la Spagna ma la galea Sol
sulla quale viaggio viene assalita e vengo catturato dai pirati e tenuto in cattività
per cinque anni fino al pagamento di un riscatto.
LORENZO: ed è in Spagna che scrive l'opera di cui ci
parlerà: Don Chisciotte della Mancia
CERVANTES: Sfaccendati lettori, potrete credermi
senza che ve ne faccia giuramento, ch'io vorrei che questo mio libro, come
figlio del mio intelletto, fosse il più bello, il più galante ed il più
ragionevole che si potesse mai immaginare; ma non mi fu dato alterare l'ordine
della natura secondo la quale ogni cosa produce cose simili a sé. Che poteva
mai generare lo sterile e incolto mio ingegno, se non se la storia d'un figlio
secco, grossolano, fantastico e pieno di pensieri varii fra loro? E ben ciò si
conviene a colui che fu generato in una carcere, ove ogni disagio domina, ed
ove ha propria sede ogni sorta di malinconioso rumore. Il riposo, un luogo
delizioso, l'amenità delle campagne, la serenità dei cieli, il mormorar delle
fonti, la tranquillità dello spirito, sono cose efficacissime a render feconde
le più sterili Muse, affinché diano alla luce parti che riempiano il mondo di
maraviglia e di gioia. Avviene talvolta che un padre abbia un figliuolo deforme
e senza veruna grazia, e l'amore gli mette agli occhi una benda, sicché non ne
vede i difetti, anzi li ha per frutti di buon criterio e per vezzi, e ne parla
cogli amici: come di acutezze e graziosità. Io però, benché sembri esser padre,
sono padrino di don Chisciotte, né vo' seguir la corrente, né porgervi
suppliche quasi colle lagrime agli occhi, come fan gli altri, affinché voi
perdoniate le mancanze che scorgerete in questo mio figlio. Vorrei per altro offrirvela; pulita e ignuda,
senza l'ornamento di un prologo, e spoglia di sonetti, epigrammi, od elogi che
sogliono essere posti in fronte ai libri. E invece, eccomi qua.
LORENZO: non si disperi, noi siamo felicissimi di
averla qui. Ci può fare un accenno alla trama del romanzo?
CERVANTES:
vediamo... non vorrei svelare troppo: Il protagonista della vicenda è
Alonso Quijano, morbosamente appassionato di romanzi cavallereschi. Le letture
lo condizionano a tal punto da trascinarlo in un mondo fantastico, nel quale si
convince di essere chiamato a diventare un cavaliere errante. Si mette quindi
in viaggio, come gli eroi dei romanzi, per difendere i deboli e riparare i
torti. Alonso diventa così il cavaliere don Chisciotte della Mancia e inizia a
girare per la Spagna. Nella sua follia, Don Chisciotte trascina con sé un
contadino del posto, Sancio Panza, cui promette il governo di un'isola a patto
che gli faccia da scudiero. Come tutti i cavalieri erranti, Don Chisciotte
sente la necessità di dedicare ad una dama le sue imprese. Lo farà scegliendo
Aldonza Lorenzo, una contadina sua vicina, da lui trasfigurata in una nobile
dama e ribattezzata Dulcinea del Toboso. Purtroppo per Don Chisciotte, la
Spagna del suo tempo non è quella della cavalleria e nemmeno quella dei romanzi
picareschi, e per l'unico eroe rimasto le avventure sono scarsissime.
Combatterà così con avversari immaginari risultando sempre sonoramente
sconfitto, e suscitando l'ilarità delle persone che assistono alle sue folli
gesta.>>
Alla fine dell'incontro Cervantes e il suo acompagnatore ci hanno regalato una copia del libro del "Don Chisciotte". Inizia ora la nostra avventura!